1. Andora

E’ situata nella Riviera Ligure di Ponente a ca. 100km da Genova, a ca. 45 km da San Remo e a ca. 73km dalla frontiera con la Francia. L’ottima posizione geografica e la profonda valle creata dal torrente Merula, la dotano di un clima mite e ventilato.

Il territorio comunale è molto esteso, 32 kmq, ed offre, oltre al bellissimo litorale, ottimi percorsi naturalistici nell’entroterra. Andora possiede anche un porticciolo turistico, insignito della Bandiera Blu d’Europa, con 862 posti barca, alcuni dei quali a disposizione dei diportisti di passaggio. Le temperature medie stagionali variano dai 18°C in inverno ai 27°C nella stagione estiva.

Oltre al principale agglomerato sul mare (Marina) fanno parte della municipalità le frazioni di S. PietroS. BartolomeoS. GiovanniCastelloRolloConna e Colla Micheri.

I  residenti sono circa 8.000. Nel periodo estivo si arricchisce di una popolazione di 50.000 turisti.

2. Cenni Storici

2.1. Introduzione

Sorge ad Andora il castello dei Marchesi Clavesana, eretto nel XII secolo, in posizione fortificata, sul poggio che domina la valle ed il passaggio della strada romana. Tipico esempio di recinto fortificato, diventa il centro di tutta la comunità e il punto chiave d’accesso alle valli. Appartiene ai Clavesana fino al 1237, quando essi vendono metà del feudo a Emanuele e Lanfranco Doria, per cederlo poi definitivamente a Genova nel 1252.

Andora, ormai possedimento genovese, vede rafforzate le difese del suo Castello. Nel 1321 è teatro della battaglia fra Guelfi (Genova) e Ghibellini (Albenga). Nel corso del tempo perde la sua importanza tanto da venire quasi totalmente abbandonato tra il XV e il XVI secolo.

Nel territorio costeggiato dalla Via Julia Augusta, che scendeva a valle attraversando il Ponte Romano,  sono sorte nell’alto Medioevo la Pieve di San Giovanni Battista, documentata solo dal XIII secolo ma certo molto più antica, prima chiesa cristiana della valle, e sul poggio, dominante il percorso della strada romana, il borgo fortificato del Castello di Andora. Sono ben conservate, tra le sue mura, la chiesa dei Ss. Filippo e Giacomo, prototipo dell’architettura tardo-romanica ligure, edificata nella seconda metà del 1200, e la Torre del Castello, molto più antica, dell’inizio del XIII secolo, anch’essa costruita con la pietra di Capo Mele.

Sulla cime della collina è invece il “Paraxo”, residenza dei Clavesana, della fine del 1100, in pietra arenaria, con tratti ancora imponenti di muratura e l’antico oratorio di San Nicolò.

A circa 2/3 di strada tra Albenga e Diano Marina, pare sorgesse una stazione di cambio dei cavalli e di sosta per i viaggiatori, da taluni messa in relazione con l’ampia Fontana situata sul percorso tra il Castello e il ponte, ma di cui non è certissima l’origine romana.

2.2 Ponte medievale

E’ tuttora chiamato ponte romano, anche se in realtà di epoca medievale. Lungo un centinaio di metri, formato da dieci arcate: sette sono all’incirca uguali, le altre tre invece – una all’estremo orientale, due a quello occidentale – sono molto più lunghe e alte, con il tipico aspetto a “schiena d’asino” tipico dei ponti medievali. Comunque nessuna di queste è di costruzione romana. Tracce di opere romane sono invece nei piedritti, che affondano nel fiume.

2.3. Chiesa di San Giovanni Battista

san_giovanni

Primitiva pieve e matrice di tutte le chiese della valle, fu certamente il primo fulcro attorno a cui si organizzò la vita della valle in epoca medioevale, prima che sorgesse il centro feudale del Castello. L’attuale aspetto, con l’alto campanile ridipinto in età barocca, mostra chiaramente l’origine romanica sia nella struttura del campanile stesso, che in quella della chiesa, che presenta spesse colonne circolari di tipo romanico.

 

 

2.4. Chiesa di San Bartolomeo

Costruita nel 1600, ha una navata e due ali. Quella di destra fu dipinta nel 1499 e quella di sinistra nel 1544. Il coro è a levante, e la facciata a ponente. Il portale è in pietra nera, con sopra scolpita la statua di San Bartolomeo, datata 1620. Il campanile è rimarchevole per l’altezza straordinaria. La sua rustica facciata si può considerare fra le più antiche della valle.

2.5. Complesso fortificato del Castello

Il recinto fortificato si forma intorno al XII secolo, a controllo della strada romana e della valle, nel quadro della riorganizzazione del territorio da parte dei Clavesana. Da questo complesso medievale fortificato, al contrario di quando avviene quasi sempre, non solo non si sviluppa un ”borgo” immediatamente fuori le mura, o entro di esse, ma anzi viene a poco a poco abbandonato dalla stessa comunità esistente a causa di due pestilenze (nel 1493 e nel 1524) e dell’impaludamento del corso del torrente Merula che intorno al XVI secolo rese la zona malsana e inabitabile.                                                                                                                                                Testimoniano l’importanza del complesso il Paraxo, la Porta-torre, la Chiesa dei Ss. Filippo e Giacomo, databile al primo periodo della dominazione genovese, e il più antico Oratorio di S. Nicolò.                                      Dalla residenza feudale, il Paraxo, che emerge ancora nel punto più alto del colle, si irradiano diverse strade raccordate ad una via anulare interna alla cinta muraria, dove si aprono due porte ad arco acuto, una verso il mare ed una a nord, la monumentale Porta-torre, accesso dalla strada romana e dominante tutta la valle. Entro il recinto fortificato rimangono inoltre i resti, visibili o seminterrati, delle costruzioni che formavano l’antico insediamento. Queste costruzioni, databili tra il XII e XIV secolo, sono in genere ad un solo piano, in blocchi regolari sbozzati come nel Paraxo e mostrano in genere, anche per gli archi gotici rimasti, la stessa età prevalentemente intorno al XIII secolo. La stessa cinta muraria, oggi solo in parte riconoscibile e conservata, appartiene allo stesso periodo.                                                                                                                                        Fuori cinta è poi la Fontana, lungo il percorso della strada romana, e i resti dell’edificio detto la “Dogana”, per il pagamento dei pedaggi. I restauri del 1965 hanno inoltre riportato alla luce nel centro del Paraxo la base di una torre quadrata di 6 metri di lato, che secondo gli studiosi sarebbe il primo elemento di tutto il complesso, databile intorno al X – XI sec.

2.5.1. Il Castello

Palazzo prima dei Clavesana e poi del rappresentante genovese della Repubblica, costituisce un importante documento di architettura civile e difensiva del medioevo ligure. Presenta pianta poligonale sul lato nord e quadrangolare a sud, e tipi diversi di murature che testimoniano diverse fasi costruttive: la più antica è quella della parte bassa, a secco, con parametro esterno in piccoli conci abbastanza regolari di pietra calcarea di Capo Mele, che pone il Palazzo anteriore alla Torre e alla Chiesa, intorno alla fine del XII secolo. La muratura più recente, relativa alla ristrutturazione della prima metà del XIII secolo, è eseguita parte a secco e parte in muratura ordinaria, con corsi di pietra grigia rozzamente sbozzati. A questa fase costruttiva si devono gli ulteriori vani interni al recinto: la loggia con volte a crociera nell’ingresso aperto sul lato sud, e un altro corpo di fabbrica, che aveva due piani voltati a botte, addossato al lato ovest. I muri trasversali, conservati nella loro altezza e nella forma a timpano documentano l’esistenza di un tetto a due falde. Il portale d’accesso è a sesto acuto, in grossi conci di pietra squadrati, profilato da una ghiera di mattoni; nell’estradosso della parte interna si conserva un intonaco con tracce di decorazioni a fiori su campo bianco. Il cammino di ronda corre alla sommità delle mura, passando sul terrazzo sovrastante la loggia e interrompendosi solo lungo il più alto corpo principale.

2.5.2. Porta Torre del Castello

torre

Situata accanto alla Chiesa dei Ss. Filippo e Giacomo, è costruita nella stessa pietra ben squadrata di Capo Mele. Vi si giunge dalla strada selciata che si stacca dalla via Julia Augusta: la doppia porta d’ingresso al recinto si presenta poderosamente fortificata con gli elementi tipici dell’architettura militare medioevale. La diversa tecnica muraria e l’assenza di elementi gotici, nella porta come nelle rade monofore e feritoie la porrebbero anteriore alla chiesa, tra il 1220 e il 1240. Alla quota della cinta muraria oggi scomparsa si aprono solo due monofore; la parte più alta, crollata diverse volte è frutto di più tarde ricostruzioni.                  La porta, con vano interno a crociera, presenta un doppio arco, ogivale all’esterno e a pieno centro all’interno, dov’è presente un affresco che rappresenta l’Annunciazione, eseguito tra il XIV e il XV secolo.      L’accesso al primo piano della torre era effettuato con una scala di legno dalle due finestre che si aprono ad est e a sud; essa fu poi sostituita da una scala in muratura, di cui rimangono tracce nel lato est. La torre, distrutta nella parte superiore, deve la sua attuale ricostruzione ad opere eseguite tra il 1835 e il 1883, che l’ hanno completata col coronamento a merli ghibellini e la bassa cuspide al centro del terrazzo di copertura.

 

2.5.3. Chiesa dei Ss. Filippo e Giacomo

La chiesa è relativa al primo periodo della dominazione genovese, tra il 1260 e il 1300, ed è tanto simile alla Cattedrale della vicina Albenga da poterne ipotizzare la costruzione ad opera delle stesse maestranze, che usarono anche la stessa pietra del vicino Capo Mele. Essa è il prototipo dell’architettura tardo-romanica ligure ormai influenzata dal gusto gotico, come testimoniano gli archetti pensili continui nella facciata e nel fianco, la bifora e la monofora diseguali della facciata, e la polifora al centro del timpano, ma non ancora presente nel portale strombato, che ripete quello della Cattedrale di Ventimiglia pur con arco ancora a pieno centro. Le fasce bianche e nere che ornano la facciata indicano uno stretto legame col gusto genovese, impostosi anch’esso insieme alla                                                                                                      conquista della Repubblica. Anche nell’abside si trovano frammisti gli elementi gotici e romanici, come lo schema di tradizione lombarda che si accompagna ad archetti pensili a sesto acuto. Gotico è anche il portale laterale, conservato con la doppia scala di accesso. Ad arco acuto anche gli archi delle navate, pur se sostenuti da massicce colonne circolari, tipicamente romaniche, con capitelli cubici istoriati. Una grande scalea, da un’estremo all’altro delle tre navate, alza dal pavimento il presbiterio e l’altare.

2.5.4. Oratorio di San Nicolò

E’ la chiesa più antica del castello, rifatta in epoca barocca; solo il fianco a monte presenta ancora evidenti tracce della chiesa originaria addirittura anteriore al 1170. Su questo stesso fianco è un portale archiacuto, di epoca gotica. Esistono all’interno tre Crocifissi in legno di cui uno datato 1301. Sopra l’altare troneggia un quadro della Vergine di squisita fattura.

2.5.5. Fontana Medievale

fontana_medievale

Questa fontana, da alcuni ritenuta addirittura romana, è, probabilmente, del XIII – XIV secolo, non essendo sufficiente la squadratura delle pietre per definirla romana. Essa è particolarmente importante perché rappresenta un tipo di monumento minore assai diffuso nel ponente lungo le principali arterie di comunicazione e vicino ai grossi borghi. Il restauro del 1963 l’ ha infatti restituita nelle sue caratteristiche, in pietra squadrata come i monumenti del vicino Castello, e nella sua dignità, alla sua funzione lungo il percorso della strada romana che dopo il ponte di Andora era collegata con un sentiero alla Torre e all’ingresso principale del Castello. E’ formata da una vasca profonda più di quattro metri, rettangolare, in fondo a cui scaturisce acqua da una sorgente. Sopra, la vasca è chiusa da una volta ad arco tondo, nella parte interna da una robusta parete e davanti da un solido parapetto alto un metro. L’altezza totale è di circa due metri e mezzo.

3. Rollo

Insediamento a carattere tipicamente agricolo, è disposto secondo le curve di livello del pendio, in intensa aderenza con le fasce ad uliveto che lo lambiscono. Il borgo è formato da un nucleo principale, quello attualmente abitato, dove sono la Chiesa barocca e il Castello  chiesa_di_rollo quattrocentesco poco distanti l’uno dall’altra, e inoltre da due nuclei minori, oggi in abbandono, sicuramente più antichi, posti più in alto, lungo la massima pendenza del terreno. La Chiesa, dedicata alla Trinità, venne ricostruita tra il 1616 ed il 1630 su i resti di una preesistente Cappella. Inoltre è visibile in località Borgo Inferiore, un’antica dimora Nobiliare, presumibilmente dei secoli XVII – XVIII.                                      Nel 1600 l’oratorio della SS. Trinità del Poggio di Rollo era considerato il più bello e il più devoto. Ben presto, quindi, gli abitanti della frazione decisero di ampliarlo. Il 10 agosto 1616, il Reverendo Parroco Marco Rosso pose la prima pietra.                                                                                La nuova chiesa, che è quella attuale, con una navata molto capace, il coro ottagonale, strutturalmente molto elegante e pulita, fu inaugurata il 9 giugno 1634.

3.1. Castello di Rollo

castello_di_rolloE’ situato nel Borgo omonimo, sulle prime alture costiere ad occidente di Andora. Più che Castello si può definire una residenza fortificata usata in passato contro le incursioni barbaresche, particolarmente diffusa pur nella varietà delle versioni nel litorale da Varazze ad Albenga ed oltre. Ha una pianta rettangolare, con alta base scarpata rafforzata da contrafforti angolari, muri molto spessi e quattro guardiole pensili rotonde ai quattro angoli.                                                                                                                  Più recenti invece le finestre rettangolari e il prolungamento della scala esterna di accesso, relativi alla sua attuale utilizzazione a canonica.